Accogliere la tristezza: «Inside Out», il nuovo cartone animato della Pixar, ambientato dentro il cervello di una ragazzina di undici anni, rivendica il ruolo fondamentale della tristezza, raffigurato con una bambina occhialuta, goffa e blu. Questo cartone, ci insegna a percepire la tristezza, restando in contatto con il clima emotivo che si diffonde in noi, insieme al turbinio di emozioni e inquietudini che essa genera.
Accogliere la tristezza. La gioia senza tristezza perde significato
Possiamo imparare a diventare buoni amici di noi stessi, accettando anche i lati cupi. Tristezza e malinconia non sono emozioni negative, possono essere utili per contattare ferite antiche, una buona ricerca introspettiva ci porterà ad accogliere tutte le onde emotive e grigie che emergono in noi.
E’ importante sviluppare la capacità di accogliere le emozioni e con loro intrattenersi, poiché appartengono al nostro vissuto, alla nostra storia personale, emozionale e sentimentale, talvolta persino traumatica.
Accogliere la tristezza è una capacità, diversa e superiore dall’accogliere momenti di gioia e felicità. I sentimenti di tristezza permettono di toccarci, ascoltarci, comprendere i nostri stati d’animo più profondi e vibratili, combattere i momenti di sconforto non serve.
Piangete se ne avete bisogno
Tutta la nostra cultura e la nostra educazione è fondata sulla negazione di questo tipo di stati d’animo, in particolare per quanto riguarda l’educazione dei maschi, ai quali è chiesto di non indulgere su questi sentimenti, né di cedere al pianto.
Nella nostra cultura non sono ammesse debolezze, filosofia quest’ultima veicolata dalle agenzie educative: casa, scuola, parrocchia. Anche i genitori s’impegnano ad allontanare qualsiasi ombra di tristezza dai loro figli, come fosse una malattia, pensando così di proteggerli e far loro del bene.
Piangere allevia lo stress, calma la confusione interiore, lascia fluire il dolore; le lacrime rappresentano l’evaporazione di emozioni sedimentate e inespresse, esse hanno il potere di scaricare la tensione interiore e rimuovere l’energia vitale, evitando la depressione. Inoltre il pianto è un’esplicita richiesta di aiuto, sebbene non verbale, poiché la commozione e le lacrime innescano legami sociali, empatia e connessione umana.
Un uomo che non accoglie la tristezza è un automa
Purtroppo la tristezza è un sentimento scarsamente conosciuto, del quale non abbiamo consapevolezza, spesso non se coglie neppure il suo passaggio. Lo sfumare dello stesso sentimento da uno stato emotivo all’altro sembra sfuggirci, non riusciamo ad ancorare alle sensazione di tristezza lo scorrere dei nostri pensieri nonchè gli eventi del quotidiani implicati nello svolgersi della vita.
La tristezza vitale spesso è la giusta conseguenza del sentimento di perdita e perciò ci invita all’elaborazione del lutto, all’introspezione e alla riflessione. Basta pensare al dolore che le separazioni comportano: separarsi dal partner, dai figli, la fine di un’amicizia etc. Il dolore e l’angoscia che produce in noi o nei propri cari una malattia, nonché la perdita di una persona cara. Il sentimento che lasciano in noi questi eventi drammatici è colorato di profonda tristezza, che influenza il nostro umore e i nostri pensieri.
Accogliere la tristezza e prendersi cura delle emozioni
Recuperare l’attitudine all’introspezione dinamica e creativa, evita il rischio del ristagno e la polarizzazione dei pensieri, se la tristezza arriva, è l’anima che la produce. L’emozioni sono cicliche, se impariamo a usare la tristezza ci diamo l’opportunità di rinascere e scoprire un nuovo rapporto con noi stessi e con la vita.
Il sentimento di tristezza segue la metafora del cielo con le sue nuvole, talvolta anche gonfie di pioggia, ma che scorrono sulla nostra testa, determinando in noi, come nell’atmosfera, trasformazioni significative. Sono passaggi importanti, che se accompagnati dall’ascolto e dall’approfondimento riflessivo ci consentono di fare un’esperienza d’individuazione /separazione, attraverso l’elaborazione di piccoli e talvolta grandi lutti, responsabili del nostro stato emotivo. Di questi passaggi occorre essere abili lettori, capaci di attribuire alla tristezza la giusta comprensione. Nelle sfumature di grigio il contatto con la natura rappresenta un’esperienza unica di ricarica emozionale: la natura, con i suoi colori e profumi, porta il nostro sguardo sul passaggio del tempo, iscritto nelle bellezza delle stagioni e nello sguardo estetico che comporta.
Quello sguardo aumenta la forza e la consapevolezza in noi, ci dona la capacità di sentirci, ancorando le nostre sensazione all’emozioni, fra le quali la tristezza, guardiamo scorrere i colori incredibili dell’arcobaleno e con esso il tramonto. Dal tramonto sorgerà una nuova alba. Gli “psicologi” conoscono bene il variare delle emozioni legate al passaggio dei pensieri nella nostra mente.
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