Blue Whale, è allarme a Prato e Lucca: 10 ragazzi nella rete del gioco del suicidio,  2 adolescenti ricoverate per i tagli, presidi e genitori chiedono aiuto alle forze dell’ordine. Una decina di segnalazioni in meno di trenta giorni, e due casi considerati particolarmente gravi denunciati a Prato e a Lucca.

 Blue Whale, il gioco del suicidio

Lo spauracchio del Blue whale challenge, il“gioco del suicidio” che da alcuni mesi circola in rete, allunga la sua ombra anche sulla Toscana. Quello che fino a poco tempo fa sembrava solo una leggenda metropolitana, uno di quei racconti del terrore che i ragazzini si passano tra i banchi di scuola, si è materializzato durante le indagini della polizia postale. Le dieci segnalazioni, alcune delle quali trasmesse da uffici di polizia di varie province, sono ora al centro di accertamenti a tappeto. In due circostanze gli investigatori si sono imbattuti in pratiche autolesionistiche considerate riconducibili alla “Balena Blu”, mentre su altri tre casi si lavora ancora per stabilire eventuali collegamenti con il “gioco”. Le regole sono infatti sempre le stesse.

Blue whale, autolesionismo per provare emozioni

Cinquanta giorni nei quali sfidare la sorte sporgendosi da palazzi all’ultimo piano, oppure taglieggiarsi braccia e gambe con una lametta fino a incidersi sulla pelle la sagoma della balena. Ultima prova, il suicidio. Una pratica estrema che secondo gli addetti ai lavori sarebbe nata tra ristrette comunità clandestine di “cutters“, persone che praticano atti di autolesionismo, negli abissi del deep web, e che avrebbe progressivamente preso forza una volta approdata sui canali “ufficiali”, come le chat di WhatsApp e i gruppi chiusi dei Social network. Il passaparola, mischiato al disagio e al maledettismo adolescenziale, nonchè allo spirito di emulazione, ha fatto il resto.

Le due ragazzine toscane sarebbero state adescate proprio su una chat, con un invito, partito da un mittente sconosciuto, da parte di un misterioso “tutor”, a partecipare alla sfida. In breve il gioco è passato alle fasi successive, in un’escalation di prove spossanti e pericolose, con tanto di foto per mostrare le ferite: alla fine i genitori si sono accorti dei segni e hanno dato l’allarme, prima che le figlie arrivassero alla soglia dell’ultima, tragica sfida, ma in entrambi i casi si è reso necessario il ricovero in ospedale.

Le indagini, coordinate dalle procure di Prato e di Lucca, continuano ora nel massimo riserbo col doppio obiettivo di tutelare il recupero delle due adolescenti e dare la caccia ai responsabili. L’ipotesi di reato ipotizzata sarebbe quella di istigazione al suicidio, ma si valutano anche altri reati come minacce e violenza privata. Si cercano poi risposte all’interrogativo più inquietante: chi sono i tutor? Chi soffia sul fuoco di adolescenti, spesso solitari o con problemi di relazioni, invitandoli ad assecondare le inclinazioni più autodistruttive, soprattutto perché? Al momento il lavoro sugli indirizzi non ha dato risultati, ma non si esclude che i messaggi possano essere stati inviati anche dall’estero.

L’ipotesi di una campagna organizzata col preciso obiettivo di manipolare adolescenti, fino al controllo totale, non ha trovato al momento alcun riscontro. Tra le ipotesi, che a fare da grancassa siano in alcuni casi altri ragazzini, impegnati a fomentarsi l’un altro. Di certo nelle ultime settimane tanti genitori, presidi e insegnanti hanno chiesto aiuto alle forze dell’ordine.

A Firenze, una preside si è rivolta alla squadra mobile spiegando che una studentessa era stata isolata dai compagni, tutto per aver detto ai genitori che in classe si parlava del gioco. La dirigente ha poi organizzato un incontro con tutto il personale dell’istituto per affrontare la questione, ancora tutta da chiarire, ma alla fine si sono presentati solo due insegnanti e due genitori. Complice il boom di segnalazioni degli ultimi giorni e il clamore scatenato sui mezzi d’informazione, lo spauracchio della Balena Blu sta innescando nel frattempo una catena di bravate e gesti di emulazione, in un corto circuito che rischia di complicare il già frenetico lavoro della Polposta.

 Adolescenti solitari con problemi di relazione

Proprio la suggestione potrebbe aver spinto giovedì scorso due ragazzine di 13 e 14 anni, sorprese da un passante a scattarsi selfie sul tetto di un palazzo di cinque piani, a Sesto Fiorentino. La polizia è arrivata sul posto nel giro di pochi minuti e ha chiesto spiegazioni alle due adolescenti, che dopo qualche resistenza hanno spiegato che si trattava solo di una bravata. Da una prima analisi dei cellulari non sono state trovate tracce della sfida, motivo per cui la questura esclude al momento qualsiasi collegamento con il Blue Whale.

Ancora da chiarire, invece, una vicenda inquietante, capitata giovedì pomeriggio in una scuola media di Firenze. Un’impronta di una mano insanguinata, lasciata su una parete, sul posto sono intervenuti gli uomini della scientifica per i rilievi, ma le indagini sono ancora in corso per chiarire se si sia trattato di uno scherzo di cattivo gusto o di altro.

L’adolescenza è un’età delicata, a rischio, sospinta dal bisogno d’ identificazione e di trasgressione,  pertanto i genitori hanno necessità di vigilare sui pericoli della rete, per proteggere i loro figli da dette insidie, che certo non escludono il cyberbullismo e molto altro ancora.

Sarebbe opportuno in tutti questi casi rivolgersi preventivamente a Psicologi di Livorno e Lucca ben formati, capaci di fornire loro line guida, nonché a porgere un aiuto concreto ad adolescenti in crisi d’identità.

Se ne avvertite il bisogno contattatemi!

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