Covid-19 vissuti. Nel difficile momento che abbiamo attraversato, la pandemia getta ancora l’individuo nello sconforto, paralizzato ma non privo di speranza. Il prendersi cura può prendere il posto della regressione nel panico, ma richiede la messa a punto di strumenti utili al benessere psico-fisico.
Un interessante approccio terapeutico per il trattamento del trauma e delle problematiche legate allo stress è l’ EMDR “Eye Movement Desensitization and Reprocessing” Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari. Un metodo psicoterapico strutturato, applicabile al trattamento di diverse psicopatologie legate ad eventi traumatici ed esperienze emotivamente stressanti.
La strana guerra che stiamo vivendo, il cui nemico è invisibile e dappertutto, ha prodotto un evento improvviso portatore di ansia e panico, difficile da gestire psichicamente, che può essere la causa, a cascata, del disturbo post-traumatico da stress –PTSD. L’EMDR risulta uno strumento efficace in numerose psicopatologie, oltre al PTSD, la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto, i sintomi somatoformi e le dipendenze.
La terapia EMDR tratta i ricordi non elaborati che possono essere alla base del disagio psichico, è una tecnica semplice, ma efficace, che richiede al paziente la messa a fuoco dell’esperienza traumatica ad esso legata. E’ una metodo che utilizza i movimenti oculari alternati destra/sinistra, attraverso un breve contatto da parte del terapeuta. La stimolazione oculare, consiste nel seguire le dita del terapeuta che si spostano da destra verso sinistra, mentre la persona è concentrata sul ricordo traumatico e sulle sensazioni corporee ed emotive che questo genera. Si attivano gli emisferi cerebrali in modo da sbloccare il ricordo e rimetterlo “in circolo”, stimolando la formazione di nuove connessioni neurali e quindi nuovi significati utili. Così facendo le connessioni negative associate al ricordo vengono sostituite con sensazioni neutre, se non positive.
.Covid-19 vissuti: la paura del contagio
In questo momento tutti noi continuiamo a vivere la paura conscia o inconscia di essere contagiati. Il timore del contagio è una risposta sana e adattiva, utile al distanziamento sociale, introduce un argine fobico protettivo di fronte a questa minaccia, generando un sentimento di angoscia persecutoria, che si radica come paura generalizzata, incondizionata.
Molte altre emozioni e sentimenti emergono con forza in questo drammatico momento. Un sentimento con cui dobbiamo fare i conti ad esempio è la rabbia che scaturisce dalla reclusione forzata e produce sentimenti di contrarietà e opposizione dovuti alla riduzione della libertà, sebbene questa privazione della libertà implichi paradossalmente, l’essere con l’altro nell’isolamento: “distanti” ma “uniti”
Il Covid-19 vissuti: la solidarietà, nessuno può salvarsi da solo.
Imparare a riconoscere i propri sentimenti fra i quali la rabbia, in quanto emozione e gestirla è importante, così come lo è ascoltare sensazioni e emozioni, per integrare l’Intelligenza emotiva a quella cognitiva, il sentimento che gli eventi evocano dentro noi. Se riusciamo ad ascoltare le nostre emozioni, riusciremo anche a comprenderne la provenienza, a metterci in discussione, guardando criticamente i pensieri negativi, che campeggiano nella nostra mente.
Sentire i pensieri e ascoltare l’emozioni
Sentire e ascoltare ci permette di sciogliere l’intrigata matassa di risentimento, e rabbia che regna in ognuno di noi. Sciogliere i pensieri negativi che generano ostilità, riduce la collera, impedendone l’ingigantimento e l’agitazione soggettiva che segue, fino talvolta a raggiungere l’esaltazione, il furore. Intervenendo sui pensieri negativi, essi pian piano scompaiono, migliorando il nostro benessere fisico e psichico, poiché corpo/mente sono la medesima cosa.
Estromettere pensieri negativi
Mettere fuori i pensieri negativi dentro di noi è un’indicazione utile, per coloro che hanno la tendenza al pensiero ansioso e alla rievocazione persistente, essi trattengono il negativo rimuginandoci, tipico del vittimismo ossessivo, che è estremamente dannoso.
Lasciare uscire i pensieri negativi, attraverso la mente, con semplici esercizi, per fare un esempio lavorando sul piano simbolico: lasciare uscire i pensieri attraverso il cuoio capelluto, negli esercizi di rilassamento e nelle visualizzazioni guidate.
Altri esercizi utili sono: la visualizzazione del pensiero negativo e l’estromissione del medesimo attraverso il respiro con una ispirazione ed espirazione profonda ed energica.
Di interesse terapeutico è anche è la trascrizione, scrivere i pensieri negativi, trattenuti, custoditi, segretati e repressi fino a quel momento, per poi distruggere quel pensiero scritto sulla carta, con impeto e forza con le proprie mani.
Il Covid-19 vissuti: paura di contagiarsi, ammalarsi, morire
La paura è una sensazione collettiva e improvvisa; il virus si è impossessato delle nostre vite con eccessiva rapidità, tutto è avvenuto troppo rapidamente per poter essere elaborato, ma non è possibile fuggire ad un nemico che ci insegue ovunque, e ci pervade elicitando la malattia e l’angoscia di morte.
Nel futuro, il perdurare di questa minaccia, potrebbe determinare agiti collettivi incresciosi, come lo è stato nei saccheggi dei super mercati. Una vera e propria regressione, come al tempo della guerra e delle carestie. Qualcosa di simile potrebbe accadere in seguito con i problemi economici, conseguenti al virus e alla mancanza di una visione sul futuro. L’uomo pur avendo una grande capacità di adattamento si è sentito costretto con il virus a cambiare le propria vita e con essa i suoi schemi mentali e cognitivi, ma niente sarà più come prima!
Ogni giorno siamo esposti attraverso i media a notizie terrifiche, correlate da immagini sconvolgenti che turbano pesantemente la nostra sensibilità e le nostre emozioni. Sarebbe più opportuno evitare la sovraesposizione mediatica, poiché inconsciamente interiorizziamo immagini subliminali (da sub=sotto e limen=soglia) che, anche tentando di rimuoverle agiscono e condizionano il nostro benessere emotivo e psicologico, esattamente come avviene con gli spot pubblicitari.
Covid-19 vissuti: la sofferenza delle persone malate
Le persone che sono state contagiate dal Covid19 passano attraverso l’esperienza di isolamento e il loro vissuto di solitudine e abbandono non possono condividerlo, affrontano la quarantena in casa, oppure in ospedale, deprivati del supporto psicologico ed affettivo delle persone care che attiva meccanismi emotivi e cognitivi i quali lasciano traccia, senza la possibilità di venire elaborati.
Le persone che hanno subito il Covid-19 potrebbero sviluppare dentro di loro un sentimento di colpevolezza, nel timore o nella fantasia di aver contagiato altri, loro malgrado. Questo sentimento difficile da allontanare, potrebbe inconsciamente creare una profonda disistima in loro stessi.
La vita sociale e le sue regole hanno subito una rapida trasformazione, il contatto fra le persone è stato impedito e il distanziamento diffonde la sensazione di essere sgraditi, rifiutati. Questi sentimenti non elaborati restano dentro di noi, senza alcuna possibilità di essere riconosciuti e compresi.
Covid-19 vissuti: ascoltarci e riflettere
Ascoltare ci permette di coscientizzare i nostri turbamenti, e sentire l’emozioni che si sviluppano dentro di noi. La reclusione e la mancanza di contatti sociali può sviluppare vari disturbi dell’umore, ansia, angoscia e depressione. Se neppure la scienza è in grado di dirci quello che accadrà, l’angoscia diventa depressione e l’individuo che aderisce rispettosamente alle misure potrebbe sentire sempre più il peso dell’isolamento, e l’angoscia della perdita delle loro attività più significative professioni e commerciali.
Iperconnessi
Per fortuna la tecnologia attraverso i suoi mezzi quali, whatsapp, skype, zoom ci consente un contatto relazionale, almeno virtuale. I social in genere, hanno ritrovato nel tempo della privazione il loro senso, la connessione torna ad essere l’unica forma possibile di relazione, e la videochiamata, diventata la modalità elettiva di comunicazione con gli altri, perchè evoca il corpo e il contatto. Siamo tutti Hikikomori, come nel ritiro sociale dei ragazzi iperconnessi, viviamo in disparte, isolati, attaccati a questi mezzi.
Sappiamo che la nostra psiche è in grado di adattarsi psicologicamente a tutte le situazioni sfavorevoli e contrarie, grazie alla nostra capacità psichica di flessibilità, plasticità e costanza, che nel tempo si trasforma in resilenza, nella capacità di superare i momenti difficili e traumatici che l’uomo attraversa, nei vari periodi storici della sua vita.