Il giocatore d’azzardo, è colui che racchiude in sè tutte le categorie di giochi regolati dal caso, in relazione ai quali non è richiesta alcuna particolare abilità, ma si tratta solo di affidarsi alla fortuna. Quando l’aspetto ludico e sociale del gioco perde rilevanza per il soggetto, inizia ad innestarsi una spirale contagiosa e inarrestabile, che induce lo stesso a sentimenti di dipendenza, cioè all’incapacità di riuscire a sottrarsi alla seduzione del gioco.

Diagnosticato nel 1980 tra i Disturbi del Controllo degli Impulsi, il Gambler é una personalità dipendente, in tutto simile nelle sue manifestazioni ai soggetti dipendenti da sostanza. Nel DSM – 5 (2014) tale patologia viene denominata Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) ed immessa nella categoria di Disturbo non Correlato all’Uso di Sostanza.

Caratteristica del giocatore d’azzardo patologico è investire e rilanciare crescenti somme di denaro, per raggiungere livelli alti di eccitazione. Il giocatore d’azzardo é incapace d’interrompere la spirale del gioco, il suo pensiero si polarizza quotidianamente sul modo di procurarsi denaro, rincorrendo le vincite che non arrivano. Conseguenza naturale del “Gambler” é l’attitudine alla bugia patologica, per nascondere il proprio “modus vivendi”, giocato dissipando il suo patrimonio e quello dei suoi familiari.

L’insorgenza e la cronicizzazione del disturbo sono determinate da caratteristiche di personalità, nonché da condizioni socio-demografiche, insieme ai fattori genetici e cognitivi che costituiscono le predisposizioni psicopatologiche che espongono il soggetto al rischio di contrarre la patologia.

Il giocatore d’azzardo presenta le medesime alterazioni funzionali delle dipendenze comportamentali o new addiction. Alla base della dipendenza sembra esserci un’alterazione dei circuiti implicati nella motivazione e nella gratificazione. Il gioco attivando il sistema di gratificazione, provoca il rilascio di dopamina che induce stati di euforia e felicità e rinforza il soggetto, nel suo comportamento. Non mancano distorsioni cognitive e il pensiero magico, che accompagna il giocatore ad illudersi di controllare il gioco, per ricavarne l’attesa vincita.

Il giocatore d’azzardo gioca per perdere, non per vincere

Il soggetto continuamente immerso nella ricerca di stimoli emotivi, prova una forte eccitazione nell’assunzione di rischio. Il Gambler ha una bassa autostima ed una elevata impulsività, si affida al legame magico con il caso. Tali pensieri e sentimenti lo conducono verso stati psichici dissociativi e dentro una spirale compulsiva tipica della coazione a ripetere che induce sentimenti di colpa e depressione.

I costi individuali e sociali del soggetto DGA sono elevati, la sua ludopatia non ricade solo su se, ma su tutte le aree della sua vita: vengono compromesse le proprie relazioni lavorative, (fino alla perdita del lavoro),affettive, familiari e sociali.

Questi soggetti si imbattono sovente nei clan locali, che agiscono su di loro e nella contraffazione delle macchinette, “SLOT MACHINE”  e non ultimo nell’usura, necessitati dal bisogno di ottenere denaro subito, ma anche intimiditi e minacciati un’attimo dopo. Ne consegue una profondo disagio individuale e una crescente conflittualità con la coppia e la famiglie a seguito il mancato assolvimento delle funzioni genitoriali a cui seguono i disturbi di comunicazione irrimediabilmente insanabili.

Trattamento e prevenzione

Il giocoatore d’azzardo che ha sempre prodotto forti introiti per lo stato, risulta oggi una vera piaga sociale, restano ancora assenti misure significative di prevenzione sociale da parte dello stato, solo di recente è stato istituito un telefono verde, dedicato all’ascolto, ma ancora non ne conosciamo i dati d’affluenza dei giocatori.

Il DGA è un disturbo complesso che invade molte aree dell’Io, richiede attente cure specialistiche e un approccio multidimensionale competente, affinché il soggetto dipendente, possa uscirne.

Spesso si  interviene sul disturbo col farmaco, agendo esclusivamente sui sintomi, quali: ansia e depressione bipolare, ma le cause che lo determinano sono sempre a monte del soggetto e richiedono di essere affrontate con una psicoterapeuta capace e specializzata sul DGA, che possa valutare un eventuale approccio integrato col farmaco.

Il giocatore d’azzardo per disintossicarsi necessita di una psicoterapia individuale, che  consenta al soggetto di recuperare fiducia e stima in sé stesso attraverso l’empatia e il  legame terapeutico. Tale psicoterapia può essere allargata anche alla famiglia, nell’ipotesi di una ristrutturazione della sua dinamica, affinché i familiari possano divenire una risorsa, recuperando  il rapporto tra i coniugi e le funzioni genitoriali perdute.                            Risultano efficaci anche le psicoterapie di gruppo, in particolare i gruppo di mutuo auto-aiuto (giocatori anonimi) rivolti ai familiari e amici, che possano fare da contenitore al giocatore d’azzardo, aiutandolo a ritrovare se stesso, la propria emotività ed affettività..

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