E’ ormai noto come il padre e la madre nel processo d’individuazione siano estremamente importanti. Già nei primi giorni dopo la nascita, se non nella vita intrauterina i bambini avvertono e percepiscono la propria madre.

Essi si trovano in un “holding environment” (l’ambiente che sostiene e che contiene) e le alterazioni che hanno luogo negli stadi psicosomatici precoci, contribuiscono, nell’individuo al suo essere in un ambiente in continua trasformazione.

Intelligenza trasformativa del padre e della madre

Non appena questo bambino sarà nato, all’intelligenza trasformativa della madre si assocerà l’intelligenza trasformativa del padre, sebbene l’internalizzazione della madre lascerà sempre il segno.

Dopo Freud l’importanza che la psicoanalisi ha attribuito al sorgere delle prime relazioni oggettuali ha portato a focalizzare l’analisi sul rapporto madre-bambino, trascurando il ruolo giocato dal padre, nel regolare questa prima forma di relazione e nell’instaurare la situazione triangolare. Sebbene il padre tenda a costituirsi sulla base dei vissuti con la madre, i due oggetti, madre e padre si combinano tra loro nella scena primaria, e vanno incontro a continue trasformazioni.

La madre si origina dall’interno di un rapporto indifferenziato, confuso con il Sè del bambino, il padre esclusivamente dall’esterno in una posizione di completa estraneità, che successivamente diverrà oggetto di rivalità e tensioni riparative.

Anche il concetto di “preoccupazione materna primaria”, che vede la madre interamente investita sul figlio e adattata ai suoi bisogni, presuppone al suo fianco un padre che contiene e sostiene, prendendosi carico dei rapporti col mondo esterno e lasciandola libera di dedicarsi interamente al figlio.

Ordine psicologico paterno e vertebrazione

Il bambino ha bisogno di un ordine psicologico paterno, dell’immagine  di un  padre strutturante il disordine primordiale materno. Il ruolo della funzione paterna crea una condizione di “ponte“, il padre compirebbe cioè una funzione “pontifica” permettendo alla madre e al bambino di separarsi, differenziarsi e relazionarsi. Il ruolo del padre è sempre quello che crea spazio tra una cosa e l’altra (S.Resnik).

Padre e madre nel processo d’individuazione: negli ultimi anni è stata data grande importanza alla presenza del padre accanto alla madre, nei vari stati della vicenda procreativa, non ultima la sala parto. Sembra sia la madre a nominare il futuro padre del figlio e desiderare di condividere con lui la vicenda della nascita biologica, nonché della futura nascita alla vita psichica, tracciando il percorso dall’annunciazione dell’attesa del figlio, sino alla nascita del bambino nella mente del padre. Da quel momento in cui si accende nell’uomo una forte tensione generativa e si affaccia nella sua mente la rappresentazione del figlio, il figlio fantasmatico.

Nel momento di esaltazione femminista molte donne hanno creduto di poter fare a meno del padre. La procreazione assistita ha creato nelle donne fantasie di partenogenesi e di concepimento asessuato. Ma per la crescita del figlio è necessaria la presenza maschile.

Padre e madre nel processo di separazione-individuazione del figlio

Nella sua formazione il bambino può trovare difficoltà ad affrontare il processo di separazione- individuazione e adattarsi al codice cognitivo proposto dal padre.

Un’autentico e solido senso del Sè, coincide con i primi vissuti di base, che danno all’individuo il senso di essere e impongono il rispetto della processualità evolutiva, dell’individuo in formazione.

Attraverso il lavoro clinico lo stesso Freud mette in evidenza nelle storie dei pazienti da lui analizzarti, la complessità dei rapporti con la coppia genitoriale, fonte della psicopatologia e oggetto delle elaborazioni e ricostruzione in psicoanalisi.

 

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