Il sintomo sessuale oggi è un tentativo di autoguarigione, tutti reagiamo a stati di difficoltà psicologica con manifestazioni psicosomatiche; tendiamo cioè a somatizzare quando alcune circostanze dentro o fuori di noi oltrepassano la nostra soglia di resistenza.
Nei disturbi psicosomatici il corpo reagisce ad una minaccia psicologica come se fosse d’ordine fisiologico, poiché non esiste una separazione tra soma e psiche, e corpo e mente sono la medesima cosa.
Il sintomo sessuale oggi è un tentativo di autoguarigione proprio nel suo presentificarsi, impone al soggetto di fermarsi e riflettere su Sé stesso. Nel prendersi cura dei pazienti sessuologici è necessario attardarsi nei meandri della loro storia per coglierne il legame che si istaura tra sofferenza, angoscia e godimento.
Lungo questo percorso l’Io rappresenta i suoi drammi nascosti: durante la prima infanzia s’iscrivano i maggiori drammi interiori che si estendono all’età adulta e sfociano nelle malattie nevrotiche e psicosomatiche.
Il sintomo sessuale è un tentativo di autoguarigione ed esprime un conflitto psichico
Nell’ambito della mia esperienza clinica ho osservato che il sintomo sessuale è l’espressione simbolica di un conflitto psichico che ha le sue radici nella storia infantile del soggetto e costituisce un compromesso tra il desiderio e la difesa.
Il sintomo sessuale oggi è un tentativo di autoguarigione, se prendiamo il caso del paziente colpito da impotenza sessuale (DE) e il cui discorso associativo mostra che ogni donna per lui rappresenta la madre: la partner si trasforma in oggetto del desiderio proibito ed è percepita con angoscia, come una castratrice potenziale. La soluzione del conflitto fallico-edipico consiste nel contrasto tra il proprio desiderio inconscio verso la madre e la forza della proibizione espressa dal Super-io. In tal caso il conflitto assume una dimensione isterica: il corpo rinuncia alle sue capacità funzionali per sottrarsi alla minaccia della repressione da parte del genitore immaginario.
L’assenza di erezione, sintomo sessuale e tentativo di autoguarigione
Il sintomo sessuale oggi è sempre un tentativo di autoguarigione, in un soggetto con assenza d’erezione (DE), le cui fantasie rivelano una paura inconscia di perdere il senso dei propri limiti corporei alla solo idea di penetrare una donna, l’uomo sente di correre il rischio di scomparire in lei, perdendo non solo la propria identità sessuale, ma anche la propria identità di soggetto.
Le fragilità psicosomatiche da cui potenzialmente nessuno è escluso, sono molto diffuse, prestiamo scarsa attenzione alle incursioni del corpo, si resta spesso colpiti dalla cortina di silenzio che avvolge la sofferenza psicosomatica, finché non ci rendiamo conto che l’origine di questi fenomeni affondano le loro radici nell’infanzia.
Probabilmente è a causa di una scissione tra psiche e soma che i soggetti affetti da somatizzazioni non percepiscono i loro stati emotivi in situazioni angosciose, e le idee associata agli affetti conflittuali, vengono cancellate dal campo della coscienza, precluse o forcluse.
Questi soggetti si comportano come i bambini piccoli, che non potendosi servire delle parole, come veicolo del pensiero, reagiscono psicosomaticamente ad un’emozione dolorosa; anziché produrre un pensiero, una fantasia, un sogno, scatenano un’attacco somatico.
Il salto della mente nel corpo
In molti casi si assiste ad un “salto” della mente nel corpo. I processi di pensiero dei pazienti che somatizzano svuotano la parola del suo significato affettivo: è il corpo che “delira” inibendo le funzioni somatiche normali, esso “iperfunziona”,oppure inibisce le funzioni somatiche normali.
Il soggetto che manca di parole per nominare i propri stati affettivi e che usa il pensiero operatorio, pragmatico, svolge nelle psicosomatosi una funzione difensiva che lo riporta ad uno stadio di sviluppo in cui la distinzione fra soggetto ed oggetto non essendo stabilita, può suscitare angoscia. Questa regressione indica che i messaggi inviati dal corpo alla psiche o viceversa, s’iscrivono psichicamente, nella prima infanzia.
Come diceva Freud per chi è dotato di parola, il rigetto o la forclusione di un’idea insopportabile, esclusa dalla psiche avviene sui pensieri che non possono ricevere un quantum d’affetto. Sembrerebbe che ai destini dell’affetto inaccessibile al conscio, descritto da Freud – conversione isterica, nevrosi ossessiva, nevrosi attuale – vada aggiunto un quarto destino in cui l’affetto viene congelato e la rappresentazione verbale che lo connota polverizzata.
Pensare il somatico e lo psichico
Il modo di evolversi di una patologia è determinato dalla relazione, l’organico e lo psichico sono in primo luogo istanze relazionali. Pensare il somatico e lo psichico significa pensare la relazione: ad esempio al modo di dare linguaggio alle emozioni del bambino da parte della madre.
La relazione precoce madre-bambino determinerà il passaggio dal somatico allo psichico, cioè dal corpo reale al corpo immaginario, attraverso un processo costitutivo del soggetto.
Più la capacità simbolica risulta lontana dalla mente, più la patologia s’incisterà nelle profondità del corpo.