La psicoterapia online ha permesso di dare continuità ai percorsi di psicoterapia in essere, in un momento delicato e difficile dal punto di vista della salute fisica e psichica, in un Italia travolta dall’emergenza Covid-19  e dalle sue varianti. Molti psicologi sono stati spinti, per motivi di prudenza, prevenzione propria e dei pazienti in cura a proseguire la terapia in corso, nella modalità di una psicoterapia a distanza.

La psicoterapia online, ha offerto continuità, presenza, contenimento nei confronti della richiesta di aiuto di persone impaurite e sconcertate di fronte ad una dimensione tanto pericolosa, quanto sconosciuta, quale il covid19, poiché dietro la paura dell’altro si nascondeva l’angoscia di morte.

Con l’utilizzo di piattaforme quali: Skype e WhatsApp, che consentono allo psicologo di mantenere l’uso imprescindibile della parola, che è l’essenza della “talk terapy”, insieme alla posizione vis-a-vis: che consente di guardarsi e comunicare senza perdere l’analogico dell’incontro terapeutico, cioè il “non verbale”, l’espressione, i micro movimenti facciali, che insieme al tono della voce e all’occupazione del corpo nello spazio mantengono i requisiti del setting tradizionale. La psicoterapia a distanza consente allo stesso modo di lavorare con le emozioni, sensazioni e sentimenti del paziente, preservando, sebbene in maniera virtuale, il transfert che è il cuore della psicoterapia e della psicoanalisi.

La psicoterapia online, ovvero la Cybertherapy

Il colloquio via Skype viene spesso richiesto nella Consulenza Psicologica, ad esempio nell’incontro con un nuovo paziente, bisognoso di una diagnosi, oppure un parere sui disturbi psicologici che lo affliggono, e una valutazione sul proprio stato inconscio di malessere.

Nel caso del  paziente in cura l’interruzione della terapia è decisamente sconsigliata, in ogni caso la telecamera e quindi telepsicologia ci consente di far fronte ai momenti emergenziali, per poi tornare, quando sarà possibile, al rapporto tradizionale tra paziente e psicoterapeuta, cioè alla psicoterapia classica in presenza.

E’ bene precisare che le sedute via Skype sono consentite dalle normative che regolano l’esercizio della professione della Psicoterapia, in base alle direttive degli Ordini Professionali e convalidate dal Ministero della Salute. (Vedi linee guida Americam Psychological Association).

Nel corso dell’emergenza sanitaria Covid-19 siamo tutti chiamati a contenere il diffondersi del contagio ed evitare di contrarre il virus, restando al sicuro nelle proprie abitazioni. Ma è altrettanto necessario proteggere il benessere psicologico del paziente alle prese con sentimenti improvvisi quali: insonnia, ansia, paura e attacchi di panico, tachicardia e aritmie nervose, scatenate dall’allarme virus, che parla loro di malessere, malattia e angoscia di perdita della propria salute e di quella dei propri cari.

Il rischio al quale ognuno si sente sottoposto aumenta la possibilità di sviluppare sintomi da stress-post-traumatico, disturbi emotivi, depressione, disturbi dell’umore e irritabilità. Potrebbero evidenziarsi diversi stressor, oltre alla paura del contagio o di contagiare. I soggetti si trovano a dover fare i conti con sentimenti d’impotenza, noia e frustrazione, non ultimo le ansie relative alla quantificazione delle perdite economiche, la disoccupazione, la non riapertura delle proprie attività private, etc…

La telepsicologia, le sedute psicologiche in remoto

La psicoterapia online è conosciuta da tempo a livello internazionale, essendo oggetto da oltre 20 anni di numerosi studi e ricerche, non solo sulla terapia cognitiva e comportamentale, ma recentemente anche sulla terapia psicodinamica.

Le ragioni per cui le persone richiedono questo modalità di psicoterapia sono svariate e vanno dalla lontananza del paziente dallo studio psicoterapeutico prescelto, alle disabilità di ogni tipo, incluse quelle temporanee fino ai motivi caratteriali o patologici di pazienti che preferiscono utilizzare un filtro tecnologico, uno schermo, piuttosto che affrontare uno psicoterapeuta in carne ed ossa, preferendo consciamente o inconsciamente un distanziatore nella relazione terapeutica.

Frequentemente anche giovani italiani che fuggono all’estero, per motivi di lavoro o professionali, e che preferiscono effettuare o mantenere un percorso di psicoterapia con un professionista “psicologo” della loro lingua e cultura, magari già conosciuto in precedenza, utilizzando la tecnologia interazionale a distanza nella forma audio-video

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