La psicologia oggi è fortemente chiamata nella tutela dei figli delle coppie in via di separazione, e nei conflitti familiari torna ad essere interpellata dai giudici nelle separazioni conflittuali e giudiziali, nonché nelle controversie sulla custodia dei figli, in particolare minori.
Pertanto gli psicologi sono sempre più spesso ricercati nei contrasti delle coppie genitoriali, nonché nella tutela dei minori a rischio, per una garanzia a favore della famiglia in difficoltà e in trasformazione.
La conflittualità nelle coppie in via di rottura è molto diffusa e gli effetti sui figli sono sempre più deleteri. Nei casi in cui la conflittualità si presenta molto elevata, il rischio che i figli ne siano coinvolti, subendone le conseguenze negative, a breve o lunga distanza, è purtroppo evidente.
La tutela dei figli nella separazione conduce i giudici a richiedere l’ausilio di Consulenti Psicologi, sempre più preparati, per valutare le influenze che i genitori hanno sui figli e per avere un supporto competente nelle decisioni da prendere, in ordine alla sentenza di separazione.
Il conflitto nella coppia
Un conflitto persistente fra i genitori viene portato avanti per anni e la sua origine spesso è difficile da individuare. Ciascun partner percepisce in maniera soggettiva la storia della coppia e in maniera altrettanto soggettiva la trasferisce agli avvocati e ai giudici, tanto da sembrare nella narrazione che i due partner non appartengono alla medesima coppia, bensì a coppie diverse.
La pervasività e l’insistenza nel tempo del conflitto porta i genitori a non trovar mai alcun accordo, rendendo difficile qualsiasi decisione da prendere sulla vita dei loro figli. Il conflitto si cronicizza, dura nel tempo e si esprime in forme di aggressività verbali fisiche o psicologiche.
Il motivo del contendere non è mai l’aspetto più importante, quali ad esempio la forma di affidamento, o l’assegnazione della casa o l’assegno dei figli, bensì è la dinamica dei genitori che occupa tutto lo spazio, riducendo le decisione da prendere a un semplice pretesto
La tutela dei figli nella separazione: l’affido condiviso
In Italia, come in altri paesi la legge sull’affido condiviso ha permesso di superare l’affido esclusivo cioè l’attribuzione a un solo genitore di un ruolo legale nella vita del figlio, ma lungi dall’aver risolto la conflittualità tra i coniugi.
L’affido condiviso oggi permette, sebbene solo in alcuni casi, di raggiungere un equilibrio fra i coniugi, ma non sempre è garanzia di pacificazione della coppia genitoriale.
Tuttavia la proposta del collocamento dei figli a pari tempo tra i genitori, porta a spostare su altri temi il contrasto genitoriale. Tale soluzione sembra persino una buona soluzione, quando viene scelta dai genitori ma prevede un buon livello di collaborazione e comunicazione.
Alti livelli di conflittualità portano i genitori a non valutare i reali bisogni dei figli minori. Gli Psicologi Clinici che si occupano di terapia sui minori rivelano come figli esposti ad alte forme di conflittualità vivono situazioni importanti di disagio, quali: l’incertezza sul proprio futuro, crisi d’identità, forte attaccamento al careviger, difficoltà a separarsi, dipendenza affettiva, senso di colpa nei confronti del genitore assente, problemi di adattamento e rendimento scolastico, ansia e attacchi di panico.
Quando un figlio rifiuta un genitore
Accade frequentemente che in situazioni di forte conflitto un figlio giunga a vivere il rapporto con l’altro genitore con molta difficoltà, al punto di rifiutarsi categoricamente d’incontrarlo, sebbene in totale assenza di riscontri che possano giustificarne il rifiuto.
La psicologia si è sempre molto occupata del tema dell’alienazione parentale, poiché all’origine del rifiuto del figlio c’è sempre un genitore manipolativo che mette il figlio contro attraverso comunicazioni e atteggiamenti trasmessi talvolta anche in maniera del tutto inconscia, ma che inducono nel figlio diffidenze, allontanamenti e rifiuti.
Nei miei studi di Psicologia e Mediazione familiare a Livorno ho potuto rilevare una nutrita casistica di figli di separati che rifiutano sistematicamente la frequentazione del genitore demonizzato.
Spesso si evidenzia il fenomeno, del figlio che assume una atteggiamento protettivo nei confronti del genitore che sente più debole (spesso la madre) mentre rifiuta con fermezza e rabbia il genitore che viceversa ritiene responsabile della separazione. Ancorandosi a un unico genitore scinde psichicamente il padre dalla madre, non riuscendo a tenere unito dentro di sé il mondo materno e paterno, essendo i propri genitori ostili e contrapposti fra loro.
Le scissioni psichiche, sebbene meccanismi di difesa, danneggiano fortemente la nascita della vita psichica nei bambini. Situazione di questo tipo comportano gravi conseguenze sul piano psicologico ed espongono i bambini a un alto rischio psicopatologico.
E’ auspicabile la diffusione di una diversa cultura della separazione, che certo gli avvocati non facilitano, né tanto meno i giudici. Solo l’assunzione da parte dei genitori della propria responsabilità a favore della difesa e tutela dei propri figli, tenendoli fuori dalle loro dinamiche, le quali sempre sottostanno a una difficile elaborazione del lutto e alla conseguente difficoltà di sciogliere il conflitto matrimoniale per transitare dalla coppia matrimoniale alla coppia genitoriale.
Le fini, per altro sempre molto dolorose e difficili delle relazioni di coppia, necessitano di una psicoterapia d’appoggio individuale a favore del partner maggiormente sofferente e pertanto contagioso per i minori o nell’impossibilità è buona cosa optare per di una terapia di coppia e là dove risulti improbabile rilanciare un ciclo di vita matrimoniale, possa almeno accompagnare i coniugi verso una separazione serena e condivisa.
La tutela dei figli nella separazione: La Mediazione Familiare
A seguito della mia formazione come Mediatrice Familiare e grazie all’esperienza maturata negli anni come Terapeuta della Coppia e della famiglia, ho promosso un’attività Clinica Psicologica in relazione al “Processo di Separazione” nei miei studi di Livorno e Lucca.
L’area di ricerca è diretta all’analisi e alla messa a punto di strumenti operativi a sostegno delle coppie e delle famiglie in fase di rottura-Separazione-divorzio, con particolare riguardo alla relazione genitore-figlio, nella tutela del minore e dei rischi del minore.
Ho così approfondito la conoscenza dei processi evolutivi delle famiglie dopo la Separazione e il Divorzio e incluso uno studio sulle Famiglie Ricostituite.
I partner della coppia, chiedendo aiuto nel difficile percorso di separazione, per affrontare l’elaborazione del dolore e del lutto, uno dei più grandi che si possa sperimentare in vita, per sostenere il traghettaggio da una riva a un’altra eper raggiungere un nuovo ciclo di vita.
I partner individualmente o in coppia chiedono aiuto per sciogliere ed elaborare i propri conflitti, affinché siano in grado di ristabilire una comunicazione depurata dai sentimenti ambivalenti di odio e amore, nell’intento di restituire dignità alla relazione affettiva.
Se c’è stato amore e dignità nell’unione, la stessa ha ragione di esistere nella separazione, specie se con figli.
Il difficile compito di una Mediatrice Familiare è di trasformare la coppia matrimoniale in una coppia genitoriale, analizzando e sciogliendo i conflitti al loro interno. “Genitori è per sempre”, sono i partner della coppia che si separano, non i genitori dai figli.
E’ necessario coscientizzare la fine di un amore e non delegare nelle mani di estranei, giudici o avvocati, i propri sentimenti e le proprie responsabilità. Occorre difendere la propria storia, rivedendola e soffrendola nel cuore, senza rappresentarla demonizzandola nei teatri delle preture per anni!
Se ti riconosci in questo disagio contattami per essere aiutato/a!