Tabù del toccare con le sue manifestazioni: cybernetica, chat, sms e l’eccessivo indulgere nell’uso della comunicazione virtuale è un segnale esplicito della difficoltà, ormai molto estesa, di accesso alla relazione umana reale, riscontrabile particolarmente nei soggetti affetti da forme gravi di nevrosi ossessiva e da nevrosi narcisistiche.
Tabù del toccare e dipendenza cybernetica
A seguito delle recenti osservazioni cliniche e delle nuove difficoltà relazionali, riflettendo sul tabù del toccare, e sulla dipendenza da chat e cybernetica in generale si assiste in questi ultimi tempi ad numero elevato di richieste di Consulenza Psicologica e via internet o skype.
Sono infatti molte le richieste di Consulenza che arrivano via mail, nelle quali vengono presentate situazioni di profonda angoscia, descritti sintomi invalidanti nella sfera lavorativa, sentimentale e sessuale, che implicano il tabù del toccare e la dipendenza Cybernetica da chat e sms.
La volontà di affrontare qualsiasi difficoltà per risolvere il problema, viene affermata, ma alla proposta di fissare un Colloquio Clinico vis-a-vis sorgono molti ostacoli.
La psicoterapia on-line cura al tabù del toccare
Anche in Italia, come negli Stati Uniti si inizia a parlare dell’efficacia della psicoterapia on-line, pensata come il sostitutivo vero e proprio di una seduta dall’analista, con un rapporto diretto con il terapeuta, proprio come se si fosse sul lettino del suo studio e tramite una semplice connessione, avere il supporto psicoterapeutico e, se necessario restare completamente anonimi.
Già Sigmund Freud parlava del tabù del toccare in relazione alla nevrosi ossessiva: il nevrotico ossessivo si isola per non toccare, sia fisicamente che mentalmente, l’agire viene sostituito dal ruminare ideativo di un’azione che non si compirà mai.
L’attività mentale che sostituisce il fare ha due finalità: evitare il contatto personale e abbassare la tensione che si crea nel soggetto.
Pc-smartphone-table-aumentano-l’isolamento sociale
La diffusione degli strumenti telematici e digitali: pc, smartphone, table etc., attraverso i quali è possibile comunicare in tempo reale con chiunque a qualsiasi distanza, svolgono talvolta la funzione di rinforzare le inibizioni relazionali e aumentare l’isolamento sociale.
Oggi assistiamo alla grande diffusione dell’uso della cybernetica, chat, sms, dei messaggi whatsapp con la medesima modalità con la quale bambini e preadolescenti si accaniscono sui vari game boy e play station.
Questi ultimi spesso sono preferiti ai giochi interattivi in cui viene incentivata la socialità, allo stesso modo la comunicazione telematica ha sostituito la relazione in carne ed ossa, nonché la comunicazione umana intesa nella sua globalità: corpo-mente.
A mio parere alla base dell’uso tossico e dell’ abuso di questi strumenti tecnologici si evince che negli adulti si possono rintracciare quote residue di narcisismo primario che ostacolano l’accesso alla relazione vera e propria.
Caso Clinico: tabù del toccare nevrosi ossessiva.
Una conferma all’ipotesi del tabu del toccare, cibernetica, chat, sms, viene da una caso clinico da me trattato alcuni anni fa nel mio studio di Livorno, dove una giovane donna colpita da una importante forma di nevrosi ossessiva, trascorreva gran parte del suo tempo libero alla ricerca di partner sessuali che contattava attraverso siti internet.
Non appena otteneva le informazioni necessarie sulle persone che lei riteneva potessero andarle bene, la sua spinta pulsionale si esauriva completamente “chattando” o “messaggiando” con loro. Senza mai poter vincere la sua resistenza al contatto, diventava impossibile per la paziente fissare un appuntamento con il soggetto in questione. La paziente evitava persino il contatto telefonico, poiché la voce svolge una funzione di tramite nella relazione tra due soggetti.
La voce costituisce infatti uno stimolo percettivo, mediatore ed evocatore d’immagini, associazioni, ricordi emozioni, attraverso le sue componenti di suono, timbro, intonazione, ritmo e inflessione.
La comunicazione virtuale, al contrario, riduce lo stimolo percettivo alla sola espressione scritta, privando di fatto la relazione di tutte le componenti sensoriali (mimica facciale, postura, linguaggio analogico etc.)
Concludendo, l’assenza del soggetto dal campo percettivo, facilita nei soggetti predisposti, da un lato il ritiro della libido in senso narcisistico, dall’altro facilita l’investimento affettivo su un’immagine che può assumere sembianze sia ideali che persecutorie.