Attacchi di Panico Agorafobia - Livorno


Attacchi di panico: i sintomi
Gli attacchi di panico si manifestano con un improvvisa e intensa paura in assenza di un pericolo reale, sono accompagnati da sintomi somatici, dovuti all’attivazione del sistema simpatico e cognitivo quali:- rossore al viso, capogiri
- sensazione di stordimento, perdita dei sensi
- formicolii o intorpidimenti nelle mani, piedi e viso
- sudorazione eccessiva, brividi e tremori
- variazioni della temperatura corporea e della pressione
- nausea, mal di stomaco, tachicardia
- convinzione di stare sul punto di morire
- paura d’impazzire, crisi acute di pianto.
Agorafobia
L’agorafobia, è un disturbo molto simile al Disturbo di Panico e consiste nella paura di uscire all’esterno e nel desiderio di evitare qualsiasi spostamento, se non accompagnati. Si manifesta con una sensazione di disagio, forte ansia, senso di smarrimento, sensazioni si soffocamento, specie in luoghi molto affollati.Articoli dal Blog
La bellezza della solitudine e l’isolamento – psicologo livorno
La solitudine è ben diversa dall’isolamento, attraverso la solitudine negativa, ci allontaniamo dal mondo, immergendoci in mondi sconosciuti annientati dall’indifferenza e dal rifiuto di ogni dialogo. L’isolamento non offre alcuna possibilità di apertura all’esterno, precludendo la solidarietà e il contatto con chi soffre. Liberarsi da questa condizione comporta riuscire a trasformare l’isolamento in solitudine. Il cammino della cura e della psicoterapia è orientato in questo senso. Nel tentativo di ricreare questo passaggio, i contenuti emozionali si faranno via via spazio, occupando quel vuoto e ottenendo la trasformazione auspicata.
La psicologia si fa pop – Psicologi Livorno
La richiesta di psicologia, in ogni ambito della vita umana, appare sempre più allargata, mostrandoci un individuo più consapevole del bisogno di entrare in contatto con la propria mente per conoscerla e gestirla.
Le otto montagne e la ricerca del sé
In una città come Torino, dalla quale è possibile vedere quelle cime che si fanno largo tra i tetti e le nubi di smog. Giovanni le intravede da lontano, al lavoro, fra una pausa e l’altra, poi bisogna ritornare alla realtà e al lavoro. Quelle montagne Pietro, le vede solo attraverso vetri di finestre. Una visione esterna che non gli permette di comprendere ne se stesso e neppure quel padre riservato per il quale quelle escursioni erano il solo modo di riconoscersi e sentirsi in pace con il mondo.