Disturbi dell'identità di genere Livorno
Cos’è il genere
Il genere è la definizione sociale dell’appartenenza sessuale, costituisce l’insieme di attributi, attitudini, caratteristiche di comportamento e psichiche che si ritengono socialmente adeguate ad un uomo o ad una donna.
Il termine sex-gender, nato come strumento per analizzare le differenziazione fra i sessi, con il tempo ha superato la stessa dicotomia maschio/femmina aprendosi ad una diversità di modi di vivere il corpo, l’identità sessuale, l‘erotismo ed evidenziando mutamenti, differenziazioni, crisi, confini.
Se restiamo ancorati all’anatomia del corpo la concezione del genere appare rigida e bipolare, (maschio/femmina) non esiste in realtà una corrispondenza perfetta fra sesso e genere, così come variano le aspettative sociali rispetto al ruolo sessuale atteso.
Tra le due posizioni estreme, (il tipo ideale di maschio e di femmina) esiste una varietà infinita di modi di essere che mantengono tratti e continuità fra loro e presentano grandi discontinuità rispetto agli estremi.
Il percorso dell’identità di genere lungo e tortuoso può scontrarsi in vissuti e comportamenti non concordanti col sesso biologico e con le sue aspettative sociali.
Una persona può non riconoscersi nel sesso biologico e oscillare fra identità di genere diverse, o non accettare le attribuzioni di genere del proprio sesso biologico.
Gender Fluid
Accanto al classico binarismo che si esaurisce nella dicotomia maschile-femminile, sono sempre di più le persone che faticano a riconoscersi in queste categorie così strette. Coloro che si autodefinisce gender fluid rifiutano le schematizzazioni e preferiscono abbandonare le etichette imposte dalle convenzioni sociali in favore di una ritrovata libertà d’espressione.
Queste persone sentono che la loro identità sessuale e di genere è fluida, variabile, non costante nel tempo, e per questo motivo faticano a riconoscersi in una categoria univoca.
Gender fluid è una definizione che rientra nel grande ombrello delle identità non binarie; le persone che affermano di sentirsi in questo modo si caratterizzano per una sessualità e un’identità di genere variabili, sia a seconda del loro percorso di vita, che in rapporto alle esperienze fatte o agli incontri con determinati individui. Un soggetto gender fluid potrebbe, in un determinato momento della sua esistenza, sentirsi agender, in un altro bigender o ancora, cisgender.
La sessuologia che analizza la sessualità nelle sue diverse espressioni e problematiche, tiene conto delle componenti biologiche e psicologiche, delle influenze sociali e culturali della stessa. Utilizza il concetto d’identità sessuale, che a sua volta integra quello d’identità di genere e intende per identità sessuale l’insieme di fattori che si combinano fra loro in maniera diversa.
Identità di genere e i suoi disturbi: le disforie di genere
Il termine identità di genere si riferisce alle basi biolgiche e psichiche dell’identità, distinguendole dall’identità legata al ruolo sociale. L’identità di genere definisce l’appartenenza cromosomica, fenotipica al proprio sesso, unita all’accettazione intrapsichica dello stesso.
Si parla di “disforia di genere” nei soggetti transgender quando il proprio corpo non viene riconosciuto nelle sue caratteristiche anatomiche, ragione per cui si istaura un conflitto tra la componente biologica e intrapsichica della loro identità.
Nasce così il desiderio di modificare il corpo sbagliato per armonizzarlo al proprio vissuto.
Nel transessualismo esiste una varietà di espressioni che vanno da soggetti che ritengono inevitabile il passaggio all’identità desiderata attraverso la trasformazione chirurgica, la riattribuzione genitale, accompagnata dalla terapia ormonale.
Altri invece si limitano alla transizione attraverso la terapia ormonale aspirando solo al cambiamento di sesso anagrafico.
Tre forme di disforia di genere
Il soggetto femmina che desidera diventare maschio “FtM” ed il soggetto maschio che aspira a diventare femmina “MtF”.
Quest’ultimi si distinguono: in soggetti androfili, che corrispondono al tipo omosessuale transessuale classico.
Nella pubertà sono ragazzi effemminati che evitano giochi maschili violenti e si travestano da femmine, sin da piccoli. In adolescenza dichiarano la loro omosessualità e sviluppano relazioni omosessuali.
I soggetti autoginefili transizionano da maschio verso femmina MtF, sono sessualmente eccitati dal pensiero o dall’immagine di sé come donna. Essi tendono a manifestarsi tardivamente.
Nell’infanzia e adolescenza si attardano in episodi di travestitismo che nella pubertà vengono vissuti come sessualmente eccitanti.
Sono persone dai modi, dai tratti, dal ruolo e dalla carriera decisamente maschili.
Possono trascorrere lunghi periodi sposati e con figli, successivamente sentendosi intrappolati nel proprio corpo ricorrono al cambiamento chirurgico di sesso.
Sono soggetti che superano il doppio salto mortale dichiarandosi contemporaneamente transgender e lesbica, quindi “translesbiche” MtF che pur sentendosi donna sono attratte da altre donne.
Identità di ruolo, ruolo sociale, orientamento sessuale
Il ruolo di genere contraddistingue il comportamento sessuale maschile da quello femminile, già a partire dal’infanzia.
Il ruolo sociale che da sempre ha differenziato l’uomo dalla donna oggi ha perduto la sua pregnanza, essendo i ruoli sociali non più complementari, ma interscambiabili fra uomo e donna nella società attuale.
L’orientamento sessuale, la meta verso la quale è indirizzato l’orientamento sessuale e la sessualità agita.
L’identità sessuale dunque non può esser pensata come un risultato acquisito, ma come un percorso che si svolge durante l’arco della vita, essa costituisce un concetto evolutivo e dinamico, collocabile in quel continuum dove l’identità di genere, ruolo, orientamento sessuale e ruolo sociale possano combinarsi fra loro.
Nei miei studi di Livorno e Lucca ho trattato frequentemente in quanto sessuologo “Diforie di Genere”, maturando nel tempo una grossa esperienza su questa interessante tipologia di soggetti.