Sono sempre più numerose le persone che lasciano la medicina tradizionale, il conosciuto e razionale, spinti dalla voglia di mistero e pronti a sostituire lo psicologo con un corso di shiatsu, o di yoga o con la filosofia buddista. I volti della magia sono svariati, essendo il tema molto sentito milioni d’italiano si rivolgono a maghi, cartomanti, chirologhi, lettori della mano, per conoscere e farsi leggere il futuro. Così come si rivolgono agli angeli, ai cristalli, alle pietre, per affrontare l’incertezza e la sofferenza che nella vita non riescono a gestire.
Dal mago per fare il pieno di coraggio, risvolti psicologici.
Il pensiero magico nella cultura contemporanea è molto sentito, l’era della ragione, che ha avuto il suo exploit con la rivoluzione francese ed ha proseguito nell’era industriale è entrata ormai in crisi, campeggiano oggi il pensiero magico e la voglia di mistero.
Il mondo della scienza e della tecnica, per quanto abbia elargito molti benefici, inizia a starci stretto: i consumi ci assediano, il lavoro è precario, i figli ci sfuggono via, insieme alle nostre speranze e progetti futuri: si crea sempre più spazio a tutto ciò che è insaturo e alla voglia di mistero inonda la nostra vita.
Siamo entrati nell’età dionisiaca del desiderio e dell’edonismo, dove a prevale è la cultura della notte: maghi, oroscopo, sciamani, e pratiche esoteriche servono a trovare il coraggio e la speranza per tirare avanti e scongiurare sfortune, separazioni, vecchiaia, malattie e morte. Senza riflettere su noi stessi, senza mai cambiare ed intraprendere un cammino di crescita e trasformazione. L’animo umano desidera soprattutto essere informato sulle proprie esigenze primarie: denaro, potere, amore, consultando un cartomante, o un medium o chiunque si inventi una tecnica nuova e originale.
Pensiero magico e patologia sociale.
Un italiano su due crede ancora all’esistenza di persone che emanano “negatività”, menagramo o iettatori, figure stereotipate, alla quale viene attribuito il potere di portare sfortuna. Lo iettatore, detto anche uccello del malaugurio, corvo o gufo, uccelli noti come latori di sventura, per il loro verso lugubre notturno (strigidi) e per l’abitudine di cibarsi di carogne (corvi).
Tutto ciò rappresenta il pensiero magico ed esprime il desiderio di esercitare un controllo sugli eventi della vita. A questo riguardo le superstizioni offrono l‘illusoria sensazione di poter dominare o volgere a nostro favore quanto ci accade, placando la nostra ansia e incertezza. Tale forma di pensiero favorisce il distacco dalla realtà, nella quale è immersa la nostra coscienza.
Essendo l’elemento dominante dell’esistenza l‘incertezza, quando il dolore e la sofferenza ci sopraffà e ci disorienta, pensiamo che la realtà esterna si accanisca contro di noi, lasciandoci la sensazione di non poter più controllare la nostra esistenza, di non aver più alcun potere sul flusso degli eventi. La sensazione è allora di annegamento e disperazione e ci sentiamo incapaci di farci ascoltare o di emettere qualsiasi richiamo di aiuto.
L’ansia cresce a dismisura quando la causa di ciò che accade è sconosciuta e incomprensibile come i suoi insopportabili effetti. E’ allora che la disperazione induce ad alzare gli occhi in favore dell‘irrazionale e dell’occulto. Nasce così il bisogno di ricorrere ad una persona esterna, che ci dia risposte e certezze, sebbene ingannevoli, e truffaldine.
Forse tutti gli uomini desiderano essere ingannati, cioè che qualcun altro prenda le redini della nostra vita, sgravandoci della responsabilità di scegliere, di comprendere il valore del nostro agire nel mondo. Dimenticando, che risiede solo in noi la forza, la motivazione e l’ unica alternativa possibile sulla direzione della nostra vita. La responsabilità non sta nelle stelle: gli uomini presto o tardi diventano padroni del loro destino.
Tanta voglia di mistero, tutti vogliono un angelo!
Il fiorente consumismo della “new age” ha favorito il ritorno di arcangeli, serafini e cherubini. Gli angeli rappresentano un bisogno arcaico, forse innato, importante averli dentro, retaggio di un’infanzia serena e protetta, come consapevolezza di una guida spirituale, loro rappresentano le “ali” in grado di liberare la nostra fantasia e fare spiccare il volo alla creatività, all’amore, all’emozioni.
L’ esperienza della presenza e dell’azione dell‘angelo custode nasce tenendo aperte le porte dell’anima e viene percepita come risveglio delle inclinazioni positive, spinta alla bontà, illuminazione interiore, consolazione spirituale, poiché gli angeli appartengono ai mondi dello spirito, impalpabile e invisibile, che sfugge all’indagine scientifica. Crederci è una questione di fiducia, di apertura mentale o fantastica. La nostra fede in queste creature permette loro di entrare nel nostro spazio tempo quotidiano, diffondendo luce, bellezza, armonia.
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